Scopri i vari tipi di Ormeggio: guida per i navigatori curiosi.
- Fabrizio De Gennaro
- 10 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min

Navigare i mari e attraccare in porti e marina è un’arte che richiede conoscenza, abilità e talvolta un po’ di pazienza. Una parte essenziale di questa esperienza è l’ormeggio, ovvero l’ancoraggio sicuro di una barca per evitare che si sposti a causa del vento, delle correnti o delle onde. Esistono diversi metodi di ormeggio, ognuno con le proprie caratteristiche e utilizzi specifici. In questo articolo, esploreremo i vari tipi di ormeggio, offrendo una panoramica utile e curiosa per tutti gli appassionati di nautica.
Ormeggio alla Boa
L’ormeggio alla boa è uno dei metodi più semplici e comuni, soprattutto in baie e ancoraggi temporanei. In questo caso, la barca viene fissata a una boa galleggiante che è ancorata al fondale marino. Questo metodo è particolarmente utile in acque profonde dove l’ancoraggio diretto al fondale potrebbe risultare difficile.
Pro:
- Facile e rapido da eseguire.
- Non richiede l’uso dell’ancora di bordo.
Contro:
- Disponibilità limitata di boe in molte aree.
- Minor sicurezza in caso di condizioni meteorologiche avverse.
Ormeggio all'Inglese
L’ormeggio all’inglese, o alongside, consiste nell’attraccare la barca parallelamente alla banchina o al pontile. Questo tipo di ormeggio è comune nei porti turistici e commerciali, dove è necessaria una maggiore facilità di accesso alla terraferma.
Pro:
- Facilit:à di accesso alla banchina.
- Stabilità e sicurezza durante l’imbarco e lo sbarco.
Contro:
- Richiede più spazio lungo la banchina.
- Può essere complicato in condizioni di vento laterale.
Ormeggio a Murata (Mediterraneo)
L’ormeggio a murata, o ormeggio alla mediterranea, è molto diffuso nei porti del Mediterraneo. In questo caso, la prua o la poppa della barca è rivolta verso la banchina, mentre l’altra estremità è ancorata con cime e ancore.
Pro:
- Ottimizzazione dello spazio lungo la banchina.
- Maggiore protezione dai venti laterali.
Contro:
- Richiede maggiore abilità nella manovra.
- Potenziale rischio di collisione con altre barche durante l’ormeggio.
Ormeggio con Ancore a “V”.
Questo metodo prevede l’utilizzo di due ancore disposte a forma di "V", con la prua della barca al centro della "V". È particolarmente utile in aree con forti correnti o venti variabili.
Pro:
- Maggiore stabilità e sicurezza in condizioni di mare mosso.
- Riduzione del rischio di deriva.
Contro:
- Maggiore complessità nella manovra di ormeggio.
- Necessità di due ancore.
Ormeggio a Gavitello.
Simile all’ormeggio alla boa, ma con l’uso di un gavitello collegato a un sistema di ancoraggio subacqueo. Questo metodo è comune in acque protette e marine attrezzate.
Pro:
- Facilità di ormeggio e disormeggio.
- Minimo impatto ambientale sul fondale marino.
Contro:
- Dipendenza dalla disponibilità di gavitelli.
- Minor sicurezza rispetto all’ormeggio all’ancora in condizioni estreme.
Conoscere i vari tipi di ormeggio è fondamentale per ogni navigante che desidera affrontare il mare con sicurezza e tranquillità. Ogni metodo ha i suoi vantaggi e svantaggi, e la scelta dipende dalle condizioni del luogo, dalle dimensioni della barca e dall’esperienza del marinaio. Che siate neofiti o esperti navigatori, speriamo che questa guida vi abbia fornito spunti interessanti e utili per la vostra prossima avventura in mare. Buon vento e buon ormeggio!

Comments